Vado li e rientro entro 2 giorni

Se girate per montagna, scrivete in grande qualcosa di simile al titolo del post su un foglio  e lasciatelo sul parabrezza della auto. Aiutera’ a ritrovarvi… Il problema spesso e volentieri, a maggior ragione se si gira da soli, e’ avvisare i soccorsi. Ore preziose, ore delicate possono essere sprecate unicamente perche’ nessuno ci sta aspettando a casa la sera quando non si ritorna.

E allora ecco, un foglio e magari anche un numero di cellulare. Lo penso sempre poi per ora non l’ho mai fatto, in compenso faccio 2 cose:

– il venerdi’ sera mando una mail a qualcuno spiegando il giro di massima e (fondamentale) dove penso di parcheggiare e quando tornare.

– parlo con il primo che incontro in loco, al bar del paesino, al ristorante, rifugio e quanto altro. Cosa dico loro? vado e se non mi vedete tornare, fate cosi e cosi… Vale anche al contrario la sera un parcheggio vuoto con solo una macchina puo’ creare sospetti, e’ bene avvisare che magari si e’ deciso di dormire in quota ed era in ‘programma’.

Certo, il giro e’ di massima perche’ ci si perdera’ si prenderanno strade diverse da quelle decise, e’ normale in montagna e’ impossibile prevedere tutto; sarebbe stupido pensare il contrario…

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Da 6.95€ x le kompass a 7.50€ per le tabacco

Indispensabili, preziose quanto l’acqua nel deserto sono le cartine dei sentieri. Nelle ultime settimane ormai e’ una tappa obbligata passare a comprarne una; si gira un po e cosi’ si iniziano a collezionare questi ottimi cimeli.

Ma capirle e’ qualcosa che va oltre il semplice leggere il numero del sentiero da seguire. Mi perdo spesso; cammino distratto e mi capita di perdere i segni sugli alberi, e cosi’ e’ utile sapersi orientare; capire dove si e’ sulla mappa in base alle cime attorno, i colori usati nella mappa, o alla distanza delle curve di livello. Ovviamente dipende tutto dalle gite che si intraprendono ma a maggior ragione in inverno quando la neve copre tutto,  i sentieri non son tracciati, si gira a ‘naso’. Capire come muoversi e’ fondamentale, dove voglio arrivare? bhe’, e’ semplice, bisogna aver con se quanto meno una bussola, comprarne e’ d’obbligo, per pochi euro quelle cinesi son piu’ che ottime. Perche’ se la giornata e’ serena ci si orienta guardandosi in giro, ma se va scurendosi, piove o chicca cos’altro, la bussola aiuta a capire quantomeno come girare la carta…

LE carte, meglio da 1:25000 piu’ dettagli ci son meglio e’!

parole sante in questo post, ma continuo a perdermi e la bussola non ce l ‘ho 🙂

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In un mare di 4000

quota 2000m, non di piu’ e ciaspolata terminata amaramente prima della destinazione prefissata. Obiettivo della giornata era raggiungere il rifiugio Zamboni ciaspolando sin da Macugnaga; gita di piacere, tranquilla e sulla carta non troppo pretenziosa.

Purtroppo il dietro front e’ arrivato passato il belvedere, sebbene l’ultimo pezzo (belvedere/rifugio zamboni) fosse poco piu’ di un dolce falso piano, la neve, di una giornata di 13 gradi all’ombra, era troppa e troppo poco compattata; e cosi’ sprofondare di almeno 1/2 metro ad ogni passo per 1h o piu’ era davvero troppo per la ‘gita di piacere’

Rosa fronte di macugnaga

In compenso, nel deserto di neve tutti intorno lo spettacolo era da mozzar il fiato accerchiato da vari 4000. Davvero una gran bella vista.

La salita con le ciaspole

macugnaca – belvedere 1.45 h (primo tratto per il bosco; secondo per la pista non battuta)

discesa, per la pista vera e propria; essendo troppo ripida per scendere a piedi, giu’ il culo e via di scivoloni 🙂

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Al Bivacco del rifugio Vazzoler

Prima uscita nella zona del monte Civetta, certo un posto da scoprire. La sera, nel bivacco al lume della frontale e di una candelina gia’ mi facevo mille viaggi mentali su dove e cosa fare la prossima volta che capitero’ da queste parti.

L’immagine rubata ne mostra un lato, vi son percorsi su tutti e 4 i lati!!!

Una strada forestale parte da listolade e sale fino al rifugio vazzoler passando per la capanna trieste (sito); sebbene la strada fosse sgombra fino alla capanna ho lasciato la macchina a ‘valle’ e son salito a piedi fin alla capanna, e poi via con le ciaspole per traccia grande e ben segnata, e arrivo al vazzoler in poco meno di 2h, pranzo, mollo zaino e parto verso il rifugio tissi. Ciaspolo per 1h poco piu’ poi la neve e’ troppo fresca, la giornata caldissima, e con la terminazione della traccia, che seguivo termina anche il programma di raggiungere il tissi. Inbubbiamente un po troppo danger ma anche troppo duro, ancora tanta tanta fatica ci voleva a ciaspolare in quella neve senza alcuna traccia, da solo e quindi senza cambio ad aprire la strada. Torno al ricovero invernale del vazzoler (bivacco) molto carino, con fino a 10 posti ma niente stufa.

Minestra e alle 8:30 dormo, per essere il 4 marzo e’ piu’ caldo di quello che mi aspettavo, dentro siamo a -1. Le temperature per niente rigide quindi, ho dormito fuori dalle aspettative ssenza pantaloni, giacca e guanti.

NOTE:

  • LA NEVE SCIOLTA NON DISSETA, e il te’ non sa di nulla, mai piu’ dimenticarsi sali e simili; ho sciolto neve varie volte senza minimamente dissetarmi 🙁
  • Portare sempre candele di cera nei bivacchi!

 

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manco a dirlo, a Bonn ha piovuto

Non mi ha stupito, se penso alla germania non so perche’ ma mi viene in mente il grigio delle giornate piovose, non so, sara’ qualche vecchio ricordo, qualche vecchia esperienza…

ma Bonn l’ho trovata davvero una bella citta’ con ottimi trasporti e una gran bella zona pedonale nel centro. Peccato per tutti quei negozi commerciali che fanno da padroni per tutte  le vie del centro.

Col poco tempo, ho potuto rimanere abbagliato solo dalla straodinaria imponenza del palazzo dell’universita’, qui in una foto trovata su internet.

La zona di fronte mi ha ricordato cambridge, con questo grosso (ma nemmeno immenso) prato vuoto senza alberi o strade se non nei lati. Chissa’ quanti studenti dalla primavera all’estate ‘studiano’ al sole

Il bla bla e’ invece un pub, in stile punk/rock, musica decente e con una moto mezza smontata sopra una porta; un bar molto originale e molto artigianale!!! Birra ottima, davvero buona non penso di poterla bere a lungo, son quei saperi che stoppano, ma per qualche giorno, certo! certo che si puo’!

La massima di stefan sulla via del ritorno, ho realizzato sol ora che non ho bevuto acqua per tutto il tempo!!! Ottimo.

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Arco – Parete San Paolo – via Pantarei

Arrampicare ad arco e’ bellissimo e farlo d’inverno in maglietta ne amplifica il risultato;Splendida via, roccia compatta ma ci son dei bei pietroni mobili da evitare e non scambiare come prese/appoggi. Siamo alla parete san Paolo sotto il Monte Colt all’inizio della valle del Sarca.

Grado: 6b+ (5c A0) – spittatura ottima.

La via:

  • Al primo tiro in cima proseguire sul rinvio di dx e non di sx, allungare bene i rinvii.
  • Al secondo tiro c’e’ un diedro che sale in diagonale, un po strapiombante (6b+) estremamente fattibile ma occhio a cadere che si fa un bel pendolo. Molto tecnico le prece si con, mettere bene i piedi.
  • In cima all’ultimo diedro di 6b,(4′ tiro) saltate la sosta e proseguire, la successiva e’ 2 rinvii piu’ in la. Allungate i rinvi in cima al diedro per evitare l’attrito delle corde.

Materiale: classico x vie a spit, un paio di cordini per allungare meglio alcuni rinvii.

Esposizione: sud-sud-est, ottima x salire d’inverno

Per info piu’ dettagliate:

Guida: pareti del sarcaVie classiche e moderne in valle del Sarca di Diego Filippi

info varie anche qui qui

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Camminare verso santiago

Si, mi riferisco al cammino di santiago, il famigerato cammino, il semplice ma lungo sentiero che collega la Francia a santiago.

Cosa ci sia di cosi’ strano e di diverso da qualsiasi altro percorso/trecking e’ difficile scovarlo a prima vista ma vi garantisco che una volta fatto qualcosa cambiera’, qualcosa in voi cambierà. Mi piacerebbe dilungarmi nel senso, nelle prospettive e nelle aspettative di tale viaggio ma la cosa piu’ importante da tenere in conto e’ una sola, essere pronti, essere pronti ad intraprendere un viaggio che non terminera’ a Santiago, finisterre o Muxia, il cammino continuera’ imperterrito (certamente) in altre sfaccettature ma continuera’ per il resto della vostra vita, almeno questa e’ la normale consuetudine.

Perche’, come non ci si dimentica di come si va in bici, allo stesso modo non si dimentichera’ come vedere ed interpretare quello che, nella vita di tutti i giorni, ci succede. Un nuovo modo, diverso nella maggior parte dei casi, ci capita di vivere. Tornato mi sentivo un pesce fuor d’acqua, mi sembrava di vivere in un mondo lontano anni luce dal mondo che volevo, e allora ho ripreso qui, a casa, in Italia, la solitudine del viaggio. Quella solitudine che tutti i giorni ti porta a stare insieme  a gente diverse, quella fatta di scoperte, di conoscenze, di pensieri e fiducia verso il prossimo. Quella solitudine che non ti lascia mai solo ma sempre con il prossimo.

Poi in realta’ ti rendi conto di non poter scappare da cio’ che, nel  bene o nel male, sara’ il tuo compagno di viaggio, la tua vita. INsomma non si puo’ scappare dalla consuetudine di vivere in un sistema marcio, corrotto, fatto di raccomandazioni e barbatrucchi ma certo qualcosa, anzi tutto, tutto quanto accadra’ e subiremo successivamente, lo si vivra’ in modo nuovo, in un modo diverso… nuovo!

Cavoli, se non sapete i che fare, se siete spaventati, frustrati, delusi, dubbiosi, mettetevi uno zaino in spalla e partite, per ogni dove; nel cammino o in capo al mondo, li in spagna  troverete gente come voi, come noi, come tutti quelli in cerca di qualcosa di diverso dalla consuetudine e che con la compagnia alleviera’  la fatica del percorso giornaliero rendendolo certo piu’ facile di un eremitaggio fra le alpi/pirenei o somewhere.

Andate, andateci e non rimpiangerete mai questa scelta.

soli? certo. MAI in altro modo.

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Arco – Parete San Paolo – via giù dalle brande

Siamo a pochi km da Arco, la parete san Paolo e’ proprio sotto il Monte Colt all’inizio della valle del Sarca.

La via e’ molto bella peccato solo per il traverso a 1/2 via, la linea di salita si sposta a destra di una ventina di metri e bisogna attraversare un ravaneto. Fantastico il tiro di 6b sul diedro, di 6b c’e’ solo un passo il resto del dietro e’ sul 6a.

Grado: 6b (6a A0) – spittatura ottima.

Avvicinamento: pochi minuti 5/10 dal parcheggio del ristorante

La via:

  • Il primo tiro e’ un 6b causa uscita un po tecnica da un piccolo camino, azzerabile senza problemi.
  • Il 4′ tiro inizia a 20 metri a destra rispetto alla sosta del 3′ tiro, non fatevi ingannare dalla linea di spit di fronte a voi, seguite la traccia a 20-25 metri c’e’ una sosta e la via riprende.

Discesa: in cima entrate nel bosco troverete un grande sentiero che scende verso destra.

Materiale: classico x vie a spit, un paio di cordini per allungare meglio alcune rinviate.

Esposizione: sud/sud-est, ottima x salire d’inverno

Per info piu’ dettagliate:

Guida: pareti del sarcaVie classiche e moderne in valle del Sarca di Diego Filippi

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No, non e’ ora, non e’ ancora ora

non e’ ancora ora di andare a letto, chiudere il libro e spegnere la luce. La sera, c’e’ sempre l’appuntamento fisso, quell’appuntamento che non si salta facilmente, quello per cui si puo’ arrivare anche un po in ritardo. E’ l’appuntamento della lettura, io vo direttamente a letto, e’ comodo, “scaldo” già’ che ci son…

Mi sprono e mi limito, mi sprono quando la lettura non e’ al centro dell’attenzione, leggo distratto, pensieri corrono paralleli alle pagine che lentamente sfoglio; la lettura ne risente e vorrei chiudere in fretta poche pagine e via. Mi limito quando la lettura e’ una compagnia unica, una compagnia gradita e in quanto tale, non si vuole interrompere cosi’ perche’ “e’ tardi”, e’ ora di dormire… Talvolta i libri ti prendono, non c’e’ nulla da fa!

Limitarmi? si, mi capita, mi capita quando la lettura mi prende e stimola la curiosità’, e’ un piacevole momento che non voglio interrompere ma poi, uffa; finisce. E allora si, mi limito per poter prendere e poter tornare a sfogliare quella storia, vedere come prosegue, andare avanti a scoprire gli aneddoti, insomma alla fine si centellina il libro, si contano le pagine, e si stipulano contratti verbali fra noi stessi a non sforare (troppo) i limiti imposti…

Ieri leggevo Saramago, cecità e’ un regalo di amici, scelto al momento giusto per la persona giusta, cavoli perche’ e’ favoloso!!! Mi sto limitando per goderlo per un po, dilatare il ‘piacere’; e allora vietato leggere in dipartimento, in autobus, di giorno ecc. Insomma, e’ la lettura della buona notte, la lettura che poi, altro che buona notte, rimani li a chiederti “cosa sara’ un’altra mezz’oretta di lettura?!”. Insomma come con le persone che siano parenti, amici, morosa, e quant’altro, scopri che con alcuni ti trovi proprio a tuo agio con altri no.  In compagnia di questo libro son proprio a mio agio, e’ un splendida passeggiata.

Il libro e’ un capolavoro sulla capacita’ di abbrutimento dell’essere unano, e’ troppo facile avere tutto, togliamoci qualcosa e vediamo come si reagisce. L’autore narra una storia vera, almeno sembra dalla concretezza dei fatti, sembrano veri, plausibili (impassibilissimi!!!)…

Da qualche anno regalo libri e mi piace riceve libri, cecità’ l’ho ricevuto;

al momento giusto e’ arrivato il libro giusto

grazie !!!

Fatevelo regalare ma al momento giusto!!! Non compratevelo da voi, non sara’ cosi’ facile digerire l’abbrutimento, pochi mesi non l’avrei apprezzato come ora, pochi anni fa non l’avrei capito…

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a Madrid, questa non e’ la televisione

Certo quanto e’ vero, quella non era la televisione. A dirlo nient meno che un ragazzo che si esibiva in plaza mayor (Madrid) con uno di quei spettacoli che spesso si trovano per le strade, son giocoliere chi anche un po attore, mettono in piazza la loro fantasia ed energia per chi passa. Certo non e’ la televisione, il messaggio e’ semplice, la pubblicità’ non c’è’ e come e’ giusto che sia, qualcosa pur vuole in cambio. + e’ bravo + riceve.

Ma non  son un casi isolati, in ogni piazza ci son, anche da noi, anche da noi in Italia. A Bologna, in piazza maggiore la domenica pomeriggio non mancano mai, taluni son davvero bravi, in primavera quando uscire non e’ un pain in the ass e’ praticamente un appuntamento fisso, quasi una droga. Un buon motivo per uscire di casa! Se non conoscete gia’ o ancora non siete andati, fatevi un salto a Ferrara durante il buskers festival. Un weekend spassoso di musica e folclore.

Il ragazzo di madrid si e’ dato da fare, ha fatto un casino enorme coinvolgendo bimbi e non solo nelle sue attivita’; non e’ il migliore che abbia mai visto ma e’ stata una pausa molto gradita in compagnia di un buon raggio di sole.

Per il resto Madrid l’ho trovata davvero enorme, chi poteva pensare di stare in metro per un’ora senza nemmeno scendere e senza nemmeno andare da un capo all’altro? Cavoli, e’ enorme; ho visto cosi’ solo i quartieri limitrofi alla mia ospitaleras. Pero’ la citta’ l’ho vista molto meno cosmopolita di quello che mi aspettavo, sara’ stato un caso ma e’ una sensazione che normalmente si percepisce al volo. Vedi ad esempio zurich, londra berlino per citarle le piu’ cosmopolite dove ho potuto constatare l’opposto. Li, in quest’ultime citta’, la sensazione era diversa, mentre a Madrid sara’ stato un caso ripeto ma non mi e’ parso fosse cosi’ ricca di, diciamo cosi’: sfaccettature umane 🙂

Cambiando discorso, banalmente detto, ma quanto bevono gli spagnoli??? e a che orari pazzi cenano?!?! Fiumi di birra e cene nel cuore della notte, non e’ stato facile abituarsi, quasi fosse come un jetlag;  la prima sera cenare alle 2 del mattino anziche’ alle classiche 8 di sera e’ stato un trauma! E’ stato davvero difficile resistere!!! Ma i cibi son troppo buoni trovero’ i nomi che ora mi sfuggono …

Gironzolando ho scoperto anche un paio di centri sociali, una vecchia fabbrica di tabacchi occupata con splendidi spazzi ristrutturati e sistemati come solo il genio ribelle e libero dagli schemi puo’ immaginare! Quell’architettura composta da un mix di vecchi e rotti pezzi trovati le strade, in sintesi una do it your trash dilatata per 360 giorni ( la do it your trash e’ una 3 giorni di costruzione, studio, apprendimento, e quant’altro tenuta al next Emerson a Firenze fatta con tutto quelle che ti viene in mente e hai portato; se ne son viste delle belle, andarci e’ d’obbligo).

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