Arco – Coste dell’Anglone – Il luogo degli esseri brutti

9 tiri con partenza decisa, subito all’inizio del secondo tiro c’è il passo di A0, proteggibile senza grosse pretese. Troverete un cordone e un chiodo entrambi sull’uscita, un fettuccia lunga e’ d’obbligo. Via che migliora dalla 4′ tiro quando inizia un grosso diedro-camino visibilmente adocchiabile  anche dalle sponde del sarca. Prosegue poi fra traversi e lunghe placche fino alla cima.

Via decisamente diversa dalla via il canto dell’Indria sempre di Grill, decisamente molto meno facile da proteggere. La via ha tutte le soste con un anello da calata e il secondo punto di sosta non e’ sempre possibile montarlo con friend o nut. Sui tiri non si trova niente di più di cordoni e talvota chiodi, la via e’ tutt’altra storia in confronto ad via il canto dell’Indria dove tutte le soste sono a spit e nei passi chiave si trova sempre un fix da moschettonare.

DISCESA: seguire le tracce subito a destra fino a raggiungere il bellissimo sentiero degli scaloni che in un baleno vi porterà fino alla base della parete e da li al ponte romano.

PARCHEGGIO: consiglio di lasciare la macchina nello spiazzo poco dopo uno skate park, meno di 10m dal Maso Lizzone dove dopo un ghiaione da seguire verso sinistra si trova prima la falesia e subito dopo l’attacco della via.

 

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Malga valletta Alta

Eccoci di ritorno alla malga Valletta Alta, di nuovo con le ciaspole. La malga e’ una splendida struttura nel Lagorai raggiungibile tutto l’anno, in inverno e’ una piacevole destinazione per una ciaspolata tranquilla, la maggior parte lungo strada forestale, immersa in boschi di pini pieni di neve.

Un po fredda per fermarsi la notte, ma c’e’ parecchia legna per scaldare 🙂 e un paiolo di rame per una bella polenta sulla stufa.

In inverno la strada che sale al passo Manghen e’ chiusa e si deve parcheggiare al ponte alle stue, da li circa 2.30 di ciaspole si arriva ai 1800m della Malga.

Dal ponte alle stue si sale alla malga fornasa bassa lungo la strada x il manghen, da cui poi parte la forestale che raggiunge (quasi) la malga. Per il ritorno vi e’ un percorso alternativo prendendo per la “Villa dei Signori”. In alternativa questo percorso e’ molto nello x una 2gg

Ci sono 4/6 reti senza materassi ma con cartoni su cui e’ possibile dormire senza problemi.

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Labirinto del Latemar

Il labirinto del Latemar e’ una percorso decisamente da fare essendo nella sua semplicità molto panoramico e molto diverso dal solito paesaggio. Più che un labirinto e’ un sentiero (segnavia n. 20) che a zigo zago passa attraverso questi mega massoni, franati direttamente dal Latemar circa 200anni fa. Si può raggiungere essenzialmente da due punti:

  • dal Lago di Carezza percorrendo il sentiero numero 11 – 1h per raggiungere il 20
  • dal passo Costalunga percorrendo il sentiero numero 21 – 1h per raggiungere il 20

Il percorso si trova a circa 1800-1900m sul versante nord del Latemar, dettaglio importante x i periodi invernali, e’ facile trovare sia neve che ghiaccio.

Infine, già che siete in zona, uno sguardo ai variopinti colori del lago di Carezza ne vale sempre la pena!

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Bivacco Vigolana alla Madonnina – 2030mt

Interno del bivacco Vigolana

bivacco Vigolana

Siamo ad un passo da Trento, il gruppo della Vigolana sono un insieme di cime (becco di filadonna, Vigolana e Campigolet) che inconfondibilmente si stagliano nel cielo del Basso Trentino, orientativamente siamo fra Trento e Rovereto, proprio sopra Folgaria e Lavarone. Seppur non altissime, max 2150m, lasciano all’escursionista un impatto quasi dolomitico per le pareti verticali delle cime.

Il bivacco e’ stato eretto piu per motivi alpinistici che di sosta per un escursionista, in vigolana si scala su tutte le pareti. Partendo dai brevi tiri della Madoninna e della guglia del Frate alle piu’ lunghe della parete Nord della Vigolana stessa.

Per salire al bivacco ci sono piu’ alternative tutte con un dislivello di 1000m:

  • da Frisanchi (3h) segnavia 444,
  • dal rifugio Madoninna o al Doss de Bue dove vi sono 2 grossi parcheggi; segnavia 445 che si unisce al 444 dopo circa 1h di cammino.
  • per una escursione molto piu’ lunga si puo’ partire dal sindech (segnavia 442) passando dal rif. Casarota, fare le crestine e scendere al bivacco.
  • Per un giro circolare, consiglio di salire da Frisanchi e scendere poi per il 432 poco prima del Casarota.

 

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Bivacco Paolo e Nicola – Cima Cece – Lagorai

Finalmente, e davvero finalmente eccoci al bivacco Paolo e Nicola. Il nuovo bivacco completamente ristrutturato l’estate scorsa che sorge ai piedi di cima Cece. Struttura perfetta e ultra coibentazione, la stufa scalda alla grande e la notte la passiamo davvero comodi e caldi.

bivacco Paolo e Nicola

 

Il bivacco e’ ‘alloggiato’ sulla forcella della valmaggiore, si raggiunge in un paio d’ore tirando sempre dritto o quasi, dalla malga valmaggiore dove si parcheggia. Consiglio di parcheggiare un po prima, o al ponte 1km prima oppure addirittura ancora prima appena finisce la strada asfaltata. In inverno quest’ultima e’ chiusa, e si deve parcheggiare al ristorante Miola, chiamate la proprietaria per qualsiasi informazione, e’ cortese e gentile nei consigli!

Dal bivacco il panorama e’ davvero unico, spostando lo sguardo verso sud compare grande e maestosa cima d’asta con i suoi 2700m, dall’altra parte invece, il latemar e piu’ in la il catinaccio.

Infine, qui un video dell’interno: Il nuovo bivacco Paolo e Nicola

 

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Rifugio 7 selle

Dopo tanta acqua e brutto tempo ecco finalmente una calda giornata di maggio! Giro infrasettimanale vicino Trento, il rifugio sette Selle e’ forse il piu’ noto della valle dei Mocheni. Lo si raggiunge da palu del fersina in un’oretta, sono 500metri dislivello. Dal rifugio il giro ‘classico’ e’ di proseguire per il lago d’Erdemolo in circa 2h. Oggi ho provato ma poco prima del lago, il sentiero gira su un versante a nord che era ancora pieno di neve.

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Soste su cascate di ghiaccio

Sosta su cascata di GhiaccioPer realizzare una sosta da ghiaccio di questo tipo ho creato due clessidre artificali chiamate  Abalakoff in un punto della cascata dove il ghiaccio era ben compatto.

Per realizzarla una  Abalakoff si creano nel ghiaccio due fori usando un chiodo tubatolare, i fori bisogna farli di modo che si possano congiungere al centro. Fate passare un cordino di kevlar aiutandovi con un uncino (fatelo a casa usando un filo di ferro).

La sosta e’ presto fatta, la seconda clessidra realizzatela ad una certa distanza dalla prima onde evitare che il ghiaccio sia meno compatto per via dei precedenti buchi.

Buona arrampicata!

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Fisarmoniche al Rif. Tonini

In una giornata uggiosa saliamo questa volta dal passo del redebus al rif. Tonini. Dopo un abbondante pranzo c’è tempo anche per un siparietto musicale.

Dal passo del Redebus la salita è tranquilla e in circa 2h si raggiunge il rifugio (sono circa 500m di dislivello), il sentiero è molto frequentato e si sale tranquillamente anche con le ciaspole seguendo le tracce molto abbondanti lasciate dagli altri escursionisti. Meno frequentato e più impegnativo è invece l’altro sentiero che sale dal brusago.

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Monte Grappa m. 1775

Giro molto lungo e impegnativo (se con neve come in questo caso) ma decisamente molto panoramico e importante dal punto di vista storico, sulla cima si trova rispettivamente l’ ossario italiano e austriaco.

Lasciamo la macchina nel parcheggio del Capitello di Sant’Antonio e ci prepariamo a partire, siamo all’inizio della valle Santa Felicita poco sopra il paesino di Romano. Da qui x la cima ci sono due diversi e lunghi sentieri, entrambi segnano 5ore, sono circa 1500metri di dislivello 25 in piano. Saliamo seguendo il segnavia 80, troviamo una valle stretta e fredda subito coperta di neve, per fortuna poi la neve resta molto calpestabile fino alla cima dove arriviamo stanchi ma contenti per pranzo.

La discesa prosegue invece lungo l’altro sentiero il 100, davvero lungo e altalenante perchè alterna pezzi totalmente in piano a pezzi di discesa davvero in piedi. I segni classici del CAI lasciano molto a desiderare, ve ne sono pochi e spesso solo a terra che alla fine spesso e volentieri sono coperti di neve

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rif. Tonini – cima Rujoch m. 2415

Bella e maestosamente panoramica gita ad un passo da Trento. Impegnativa x dislivello (1300 su neve fresca) e difficile (ultimo pezzo su cresta)

Parto di buon ora dal centro del paesino di Brusago, parcheggio in fronte alla chiesa e seguendo il segnavia che indica 2.30 arrivo al rifugio tonini. Anche di inverno e’ molto fattibile, la prima ora e mezza sale tranquilla e costante seguendo la forestale, poi all’altezza dell’8 tornante si entra nel bosco x salire lungo il bosco. In assenza di tracce seguire i segni del sentiero estivo ed arriverete senza grosse difficolta’ tenendo la destra.

Al rif. Tonini 1900 (ca.) trovo la moglie del rifugista e il rifugista  che rispettivamente mi rinfocillano e mi consigliano la strada x salire al rujoch. Da li e’ tutta salita costante e dura prima x un bosco e poi sulla cresta. Sulla cresta soffia un vento molto forte che crea un sacco di accumuli di neve, salgo lentamente e un po allarmato quando mi accorgo che le mie tracce scompaiono dopo il mio passaggio. E’ la prima ciaspolata della stagione e dopo 1.30h decido di tornare indietro, il panorama e’ gia’ spettacolare, lascio alle spalle la prima croce a 100-200m per scendere e mangiare un boccone al rifugio.

Escursione molto panoramica, salendo sulla cresta si hanno alle spalle brenta e adamello, una volta in cresta si vede tutto il lagorai.

Infine, al rif. Tonini si sale anche dal passo del redebus con un dislivello minore.

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